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Dalle pagine della “Tradizione ermetica” di Julius Evola l’aspide, animale notturno e diabolico per eccellenza già nel folklore popolare medievale, ha serpeggiato tra gli appunti di un racconto di George Orwell ed è giunto, suo malgrado, nella postmodernità.
Abituato al limo del Nilo o a boschi montani e foreste, vi si è trovato parecchio spaesato, e, per spirito di sopravvivenza, ha snudato le zanne e distillato il suo veleno più letale, finendo per dare il suo nome perfino ad un missile.